esatto, le piccole radio libere che sono state mangiate dalle grandi radio commerciali, dove non più un pensiero in libertà, ma la pubblicità a comandà
La sbrodolata di oggi è ancora sulle radio libere. Le radio libere, erano ben altra cosa (… amo la radio perché arriva dalla gente Entra nelle case e ci parla direttamente E se una radio è libera Ma libera veramente Mi piace ancor di più Perché libera la mente Con la radio si può scrivere Leggere o cucinare Non c’è da stare immobili Seduti lì a guardare E forse proprio questo Che me la fa preferire È che con la radio non si smette di pensare … questa è la canzone La Radio, de l’ex capelli lunghi E. Finardi) di quel che diventato dopo la radio commerciale. Esatto, che da radio libere, che da essere radio dove si dava voce a tutti e senza nessun filtro e senza “censura”, diventate poco dopo radio private e commerciali, esatto, ancora una volta le palanche a direzionare la situazione e il modello sociale dei intelligenti bipedi umani. Allora c’è da dire che, a l’inizio erano emittenti radio a livello locale, con poco raggio di azione, che nemmeno in grado di coprire una intera città o al massimo pochi paesi. Quello che le faceva apprezzare era una qualità di ricezione maggiore. Che se fino a quel momento la Rai, il suo punto forte era di coprire un vasto raggio di azione, dovuto questo e grazie al tipo di trasmissione, dove preponderante era l’utilizzo del sistema a Modulazione di Ampiezza, mentre le radio libere, già si distinguevano per utilizzare il sistema Modulazione di Frequenza. Senza entrare nel campo specifico dove che ha studiato il sottoscritto, (e ha mangiato pane e polenta per 30’anni e grazie e proprio a l’indotto creato de le radio libere, e inteso come apparecchio ricevente per l’ascolto della musica in auto, esatto, con le autoradio e indotto) per farla breve la grande differenza qual è stata? La differenza è che la trasmissione a Modulazione di Ampiezza, al di là del minor costo realizzativo, era un tipo di trasmissione che arrivava molto, ma molto più lontano del sistema a trasmissione Modulazione di Frequenza. Radio Rai 1 la beccavamo che trasmetteva da Milano e in Modulazione di Ampiezza. Dove che però, tal trasmissione in Modulazione di Ampiezza, comportava lo svantaggio di non essere nitida e chiara come invece nitida e chiara la trasmissione in Modulazione di Frequenza. Dove ricezione pulita e chiara e che però solo in vicinanza delle antenne di trasmissione. Questa cosa si è ovviata facendo uso di ripetitori di segnale e posizionati a notevole altezza. Dove ci stavano antenne che captavano il segnale e lo ripetevano. Esatto, tutti avete ben presente la situazione in Maddalena. Questo aveva dato modo di creare altra filiera di lavoro, esatto, gli antennisti manutentori dei ripetitori (ma è stessa cosa anche col nuovo sistema a 5G, che andrà a rendere più facile internet a tutti e dove si richiede grande capillarizzazione di antenne di ripetitore di segnale) Tanti che non conoscono chi era il mitico “èl brùsà di lonato”, che stato uno dei primi a entrare nel nuovo nuovento business delle radio libere, specializzato nel creare siti antenne ponti radio tramite antenne ripetitori di segnale. Lo scotom la dice lunga, ma questa è altra storia. E ai tempi ce ne stavano diverse di radio libere, e qualcuna già diventata quasi subito solo che commerciale. Tra le più gettonate erano: quella che poi diventata Radio Studio Più, Radio Sullivan, la radio patrocinata dal ristorante e ai tempi anche discoteca e dove il direttore artistico il mio compar de spuse RIP, e che dopo aver lasciato la band musicale. La Bottega Del Fabbro, messo su un negozio di dischi e di elettronica, diventato anche il dj e lo speaker radiofonico più famoso della zona, molto richiesto alle feste popolari. (bei tempi, anche quando la discoteca Sullivan, dove il sottoscritto era di casa, quando avevano cambiato l’arredamento, il sottoscritto a un ultimo de l’anno, si era fatto prestare i vecchi divani scartati e con il furgone del Mauro Milano, li avevamo portati alla casa del … che doveva ancora andare li a abitarci, li a Carlina, e ci avevamo organizzato un bel ultimo de l’anno. Che belli quei tempi, una trentina di persone e con ragazze di altri paesi, e niente aids, e niente mucca pazza, e niente sars, e niente aviaria, e niente covid 19, e niente variante inglese, e niente variante brasiliana, esatto, baciare, limonare e palpare e qualcuno anche a penetrare nelle stanze di sopra. Esatto, non ci stava impedimento di mascherina e distanziamento e tampone prima di essere invitati a la festa. Anno, se non sbaglio, ultimo de l’anno ’77. Ma lo sai quante che le ragazze avrebbero voluto, anche loro, essere invitate. Bei tempi e guarda te, tempi più felici e anche senza portarsi appresso l’aggeggio di plastica che ti tiene in comunicazione h24 reperibile. Esatto, dove adesso nessuno saprebbe più vivere senza. Mentre che ci hanno fatto abitudine a quel che costretti adesso. Non confondiamo i tempi dei bei anni con i tempi dei layout di pagina che ci comandano) Radio Mobilificio di Cantù, Radio Lonato, quella del Dino, il cieco. A Montichiari era Radio Azzurra che andava forte, ma molto seguita era anche Radio Sayonara di Castegoffredo. mentre a Calcinato, tre amici, così per hobby, anche loro a mettere in piedi una radio libera, Radio Top Calcinato. (che poi erano anche degli amici del sottoscritto. Esatto, era così, che entrati sconosciuti, usciti amici dal negozietto sia di Calcinato che dopo a Ponte S.Marco. Esatto, tutti entravano clienti e tutti uscivano amici, e di tutte le età. Esatto, già messo il piede dentro il negozietto, chi entrava sentiva di respirare altra atmosfera, capiva da subito che era il posto giusto, che non era considerato solo che un cliente da spennare, ma che varcato la soglia del negozio a trovarsi di fronte a un amico, che consigliarlo al meglio. Esatto, ai tempi, il sottoscritto era anche un po’ più simpatico di adesso. Esatto, c’è stato un tempo dove che anche il sottoscritto era simpatico, molto simpatico. Sembrerà adesso magari cosa strana, ma vi assicuro che era così. Per indicare le direzioni da prendere a chi arrivava a Ponte S.Marco e di direzionarli dove dovevano andare, ci stavano tre nomi, gli si diceva: hai presente dove c’è il bar Astoria …, oppure: hai presente dove c’è Gandini Confezioni …, oppure hai presente dove c’è Mariele Autoradio … Quasi, anzi, senza il quasi, il negozio del sottoscritto era diventato una istituzione per i giovani che gli piaceva di ascoltare la musica in auto. E posto sulla piantina di tutti i rappresentanti di elettronica, che entravano rappresentanti e uscivano con catalogo del sottoscritto e pronti a vendere tal prodotti a altri negozi e elettrauto. Bei tempi, i tempi che i ragazzi preferivano passare il tempo li al negozio a sparare cazzate col sottoscritto che passare il tempo libero al bar. Il Diego, Il Mauro, Il Francesco, Il Giacomo, Il Coxa … ma non fatemi fare l’elenco telefonico. Poi, le ragazze e le donne, quante che dicevano che avevano problemi con la autoradio e che non era vero, bei tempi) Poi, in città ci stavano anche li delle radio libere, che ben presto diventate radio commerciali ancora prima della sentenza che di fatto aveva fatto sparire le radio libere. Che aumentando la fase burocratica e soprattutto aumentando i costi di gestione, tante piccole radio libere costretto di li a poco a chiudere e a cedere la loro frequenza a altri imprenditori commerciali, dove lo facevano per business quello della emittente radio. Esatto, la stessa storiella che in tutti i campi i favoritismi sono sempre alle majors organizzazioni con tante palanche. Esatto, non è solo l’eterna lotta tra piccoli organizzatori di corse a piedi e i majors grandi organizzatori delle majors maratone. Dove i majors organizzatori delle majors maratone a lamentarsi che a ogni domenica ci stanno sempre più tante gare di corse a piedi e che gli vanno a rovinare il loro business. Cari majors organizzatori, accendete una candela ai vostri Santi e sperate che ritornino ancora quei tempi, Che Covid 19 al sottoscritto gli ha fatto calare di sudare, ma a voi majors organizzatori vi ha fatto calare il business. Che il sudore, voi majors organizzatori, l’avete sempre evitato anche prima, dove che sempre stati bravi a far sudare gli altri al vostro posto. Esatto, le vostre tante palanche grande effetto su la corsa commerciale, in grado di attirare tanti e tanti di quei runners che non ti dico, esatto, non la qualche decina delle gare del Torneo Podistico. Che di sudare ci sta lo stesso e identico che partecipano qualche decina o qualche centinaia, a capirla. Esatto, se lo fai per il sudare di regalare divertimento, il numero partecipanti è ininfluente, diversa cosa se lo fai per le palanche, per il business, li no, se pochi partecipanti non sei contento. Non so se mi sono spiegato e se l’avete capita. Dove che, cari majors organizzatori, facevate tanto e tanto di quel business, e con la scusa dei volontari a sudare al posto vostro e de l’immagine al Comune, che mai voi a pagare gli straordinari ai dipendenti comunali, dove che a pagare erano le tasse dei cittadini residenti e che della corsa a piedi non glie ne può fregar di meno. Esatto, bravi tutti a fare il ..algiolio col culetto degli altri? Detto, questo i tre amici, uno di Calcinato e due di Campagnola di Bedizzole, avevano iniziato l’avventura di mettere in piedi una radio libera, e ne l’ampliare la situazione, il sottoscritto gli aveva fornito le nuove apparecchiature, bei tempi. Esatto, poco dopo cambiato la situazione, con la nuova legge, i piccoli non riuscivano a seguire la burocrazia e col lavoro di 8h in fabbrica, quello che riuscivano a mettere da parte, non era sufficiente a coprire i nuovi costi di gestione, e la cosa era abortita dopo poco più di 1 anno. Detto questo, le radio libere e dopo diventate commerciali a trasmettere musica e di buona ricezione grazie al sistema trasmissione Modulazione di Frequenza, ecco che, la richiesta di autoradio, dove poter ascoltare anche la radio in auto, con l’avvento delle radio libere e dopo diventate commerciali, la richiesta lievitava di giorno in giorno e in modo esponenziale. Cosi come aumentavano in modo esponenziale le piccole e simpatiche radio libere. Nel 1975, le Radio Libere erano intorno a più o meno n°150 in tutta Italia, tre anni dopo, il numero di Radio Libere e Commerciali, in Italia, aveva raggiunto la considerevole cifra di n° 3000 o poco meno. Di bello che, trasmettendo in Modulazione di frequenza, la ricezione in auto era molto ma molto più chiara, a differenza de l’onda media, che oltre al segnale radio, trasmetteva anche il classico rumore del motorino e delle vespine che si incrociavano. Dove i fili delle candele e dello spinterogeno de l’auto erano da schermare con apposite pipette. Solo dopo, l’industria automobilistica, aveva ovviato a l’inconveniente cambiando i cavi e usando cavi schermati. Esatto, l’impianto delle auto era passato da cavi verdi non schermati a cavi rossi e schermati. Lo studio di trasmissione delle radio libere era naif e i programmi erano naif, niente veniva filtrato precedentemente, ne filtrato le cazzate sparate dallo speaker che trasmetteva e n’è le telefonate che arrivavano in diretta dai radioascoltatori. Esatto, non è come adesso che invece è tutto di filtrato quello che si trasmette. Si chiamavano radio libere e libere lo erano veramente, specie nel dare spazio al pensiero di tutti. Questo che tra le prime radio libere, ci stavano le radio che incentrate sulla politica. La politica da subito, sin da l’inizio a entrare di prepotenza nel settore di comunicazione delle radio libere Era quella politica che non trovava spazio nelle radio di Stato, la politica che non trovava spazio in Rai. Questo che tante radio libere, per l’establishment e l’ordine costituito, rappresentavano anche un problema. Esatto, nel senso che con le radio libere si dava finalmente voce alle minoranze di pensiero, esatto, si dava voce anche a una parte di Controcultura Italiana. L’argomento mi affascina, non può non affascinarmi un mondo e grazie al quale il sottoscritto ha passato in simbiosi e passato con esso e assieme, a passare trent’anni di vita, i più bei anni della vita, senza distanziamento, senza didattica a distanza, senza mascherina, senza tamponi, senza Aids, senza Mucca Pazza, senza Sars, senza Aviaria, senza Covid 19 e le sue varianti, e senza smartphone. Che la fine de l’ascolto della musica in auto è coinciso dal momento che il telefono è diventato aggeggio di plastica che stava anche in tasca. Dove i ragazzi, h24 con tal aggeggio, tal ricariche, non son più riusciti a mettersi da parte niente e per comprarsi anche altro, esatto, lo smartphone è stato un duro colpo a la vecchia economia dei vecchi negozi, specie de l’abbigliamento. Dove invece che un paio di pantaloni al mese, una camicia al mese, dove che una t-shirt al mese, dove che un paio di scarpe al mese, questa cosa era finita, era finito il sabato dello shopping in città e di come lo conoscevamo. La sbrodolata continua a sparare cazzate sulle radio libere e commerciali anche domani. 1 ABBRACCIO MANY KISSES (mauro)