Detto che, ai primi tempi, la corsa a piedi era nata anche come passatempo, come divertimento. Ma ditemi, dove sta il divertimento se poi invece diventa una sfida, o contro noi stessi o contro un avversario? Lì, quando ci sta la sfida, diventa un’altra cosa, lì, in quel caso, non è più la corsa a essere protagonista del divertimento, li da padrone lo fa il risultato che ne viene fuori. Il vedere fino a dove si è in grado di arrivare in una sfida extrema, porta via, e sempre, porta via la componente ludica della corsa a piedi, il divertimento (esatto, quello che ci sta ancora quando un gruppetto di amici esce a correre senza meta, quel che viene, viene, come viene, viene. Passare 1 oretta in compagnia conversando tranquillamente e senza assilli di tempi e di classifica). Non rivestiamo la corsa a piedi di poteri che non ha. Non è che si diventa uomini o donne migliori e solo perché si è resistito a fare quel che avevi in mente e sei arrivato a finire una 24h. Non è che si diventa uomini o donne migliori solo per il fatto di aver finito, finisher a un trail di tre giorni. (col mio ex lavoro ho conosciuto tanti e tanti sulla sedia a rotelle, e tanti e tanti uomini e donne migliori di tanti e tanti e tante e tante runners. Non confondiamo l’anima coi muscoli) Sicuro che chi con tanta e tanta sofferenza è riuscito o riuscita a portare a termine una maratona, è contento, ma si son divertiti a correre in quelle quattro/cinque ore? Esatto, non il piacere del correre a piedi ma il piacere del risultato. Ebbene, bravi e brave, ce l’abbiamo fatta, volevamo metterci alla prova, per nostri problemi psichici esistenziali e contenti che ce l’abbiamo fatta a superare la prova (ma più che altro, forse per vantarsi dopo con gli amici?). Bravi e brave ce l’abbiamo fatta e adesso siamo più contenti, di più, siamo stracontenti, come fate a non capirci. Però, carissimi e carissime, non venite a dirmi che ci siamo divertiti, il divertimento è gioia, non è dolore, il divertimento è gioia, non è sofferenza, il divertimento non è sopportare e finire una corsa a piedi in condizioni pietose. Il divertimento non è fare una corsa a piedi e per metà gara sentire solo che la fatica e basta, più nient’altro, il convivere e a essere bravi di non cedere ai segnali che ci invia corpo e per dirci che lo si sta facendo soffrire. Come del resto, se di corsa a piedi si tratta, dove sta il senso di coricchiare e di camminare? Esatto, da una parte ci sta il correre in sofferenza, da l’altra parte ci sta il partecipare a una corsa per divertimento, però non correndo, sempre più spesso anche a camminando. La corsa a piedi, per non perdere la sua dignità, è corsa a piedi quando per fare 1km non ci si impiega di più di 5minuti. (almeno fino a 50’anni dovrebbe essere così. Poi logico che l’età e il sesso, logico che sono in qualche modo anche penalizzati. Ma dai 50’anni in poi, non è fuori luogo a correre anche più a piano e in base a l’età. Ma fino a che non si hanno compiuto i 50’anni, portiamogli un po’ di rispetto alla corsa a piedi) La corsa a piedi, per amarla, ci deve poi spronare a provare di riuscire a fare 1km in non più di 4minuti. Una volta che si è arrivati a questo, la corsa a piedi è una parte di noi stessi. Per andare ancora più veloce, diciamo che, più si cercherà di andare più veloci, si guarderà a tutto perdendo di vista il divertimento. Si andrà a informarsi di farmacia e quant’altro, di allenamenti in sofferenza e quant’altro, e poi, dopo tutto questo, se Madre Natura non t’ha dato determinate qualità, non si può andare a pretendere e rivolgendosi ai farmacisti, si deve solo che esser contenti di quel che si ha, che rispetto a chi fa fatica solo a camminare, non so se mi spiego. (esattamente, se Madre Natura non ci ha donato delle qualità necessarie per correre forte, di più di tot, di più di lì non si va. Esatto come il fratellino, che ci sono quelli capaci di sputare la schiuma a due metri e chi il fratellino si ferma a cinque centimetri. Esatto, solo che Madre Natura, la colpa non è di nessuno, e la stessa cosa di quelle che sono in grado o no di zampillare con la fontanella, non fatevene un cruccio. Esatto, si possono fare tutti gli allenamenti che vuoi, ma se Madre Natura questo ha voluto, questo ci si deve far andar bene e accettare e essere contenti e contente) Detto tutto questo, come non hanno senso ludico, il divertimento e le gare brevi ancor di più, non hanno senso le gare che durano ore, logico, solo parere e opinione del sottoscritto. Esatto, si corre per vivere, per divertirsi, non il contrario, vivere solo che per correre. Tipo il sottoscritto? che mediamente, ultimamente fa quattro/cinque ore al giorno tra correre palestra e quant’altro. Però, piuttosto della sedentarietà, meglio anche otto ore al giorno a correre e camminare. Certo meglio sarebbe essere impegnati anche in altre faccende, magari domestiche. Ma quando si è lavorato regolare per 44 anni più 1 anno che non ti hanno pagato contributi, quando per 45 anni hai aspettato il momento di fare quel che ti va e senza più grandi problemi, l’unica cosa che si vuole è uscire, andare, girare. I tipi alla Krupicka, alla Olson, alla Roes, che vuoi sono come Zanna Bianca, il richiamo della foresta. Detto questo, che ognuno è un singolo individuo e diverso uno da l’altro, il sottoscritto si permette solo di osservare la realtà. E osservando la realtà, questo dice: che per correre per 24h a fila, non si possono fare solo 40km a la settimana. Esatto, allenarsi per correre 24h, bisogna dedicare tante ore settimanali di allenamento, e che ti portano via tempo per altre cose, esatto, è diventato solo che vivere per correre. Ma non è finita, tante e tante ore a correre, più probabile andare incontro a infortuni vari, ditemi di no. Che poi dopo devi perdere mesi e stare inattivo, allora, ditemi, dove sta il senso? Questo, se lo fate per voi stessi, per la vostra psiche, per un voler vedere fino a dove potete arrivare e scoprire i vostri limiti, tutto bene, come si fa a non capire. Però, c’è un però, non ditemi che è anche divertimento. Non confondiamo il divertimento, non confondiamo il giocare con la contentezza. (le gare del Torneo Podistico vogliono solo che essere un gioco, e per tutti chi vuol giocare, e in primis per il sottoscritto. Non sono gare extreme, tutti ce la possono fare e in 1h più o meno il giro è terminato. Il tutto in ambiente del bosco, del basso bosco di montagna. Dove oltre al divertimento, il valore aggiunto sono i posti, inutile superfluo che sto a descrivere, chi ha avuto modo di partecipare già sa cosa intendo. Poi, anche chi cammina, contrariamente a cosa si potrebbe pensare, anche chi cammina è ben accetto, nel senso che tanto non viene inserito in una classifica di merito, pur partecipando n’è più e n’è meno ai premi a sorteggio. Non confondiamo la gara Fidal con partecipanti che viaggiano a 6/7minuti a km, che li è solo competitiva e con classifica. Li è un voler dire: sono un runner quando la realtà dice ben altro, dice che a quella velocità sei solo un jogger. E i partecipanti meno problematici sono proprio i non competitivi, quelli senza tessera Fidal, non vanno a vantarsi di quello che la realtà dice che non è vero. Il non competitivo, viene a partecipare solo che per divertirsi e fare una bella camminata in un bel posto, in un bel bosco, se no quando mai avrebbe opportunità? Il non competitivo non pretende di apparire in una classifica, e anche se è arrivato mezz’ora dopo, come invece il competitivo pretende) Ecco, detto tutto questo, sbrodolato di questo, a chi mi domandava, perché non andiamo a far la maratona tal dei tali? Rispondevo, preferisco correre 10km tutte le domeniche e fino a 70’anni, non voglio correre il rischio di fare una decina di maratone e fermarmi poi a 50’anni per problemi alle articolazioni. 10km di gara, li si possono correre anche con un allenamento giorno si giorno no, anche con soli 40km di allenamento settimanale. Diversa cosa è la maratona. Quelli che mi viene alla mente che si son fermati ancora a 50’anni e poi hanno smesso di correre a piedi, esatto, tanti di questi sono stati ex accaniti maratoneti. Il divertimento te lo da max 1h di corsa, (questione fisiologica, questione di scorte di glicogeno) di più ti stanca, di più diventa un’altra cosa. Ripeto, parere e opinione personale, dunque, poco, molto poco autorevole. Alla prossima sbrodolata. (mauro)