Parlare di Franco Volpi vuol dire parlare di Monte Maddalena e parlare di Monte Maddalena non si può dimenticare la funivia.
Esatto, le scatolette di latta gommate adesso scatolette di plasticone? le tanto decantate scatolette hanno ucciso la funivia che da Viale Bornata portava le persone fin su in cima, dove adesso tutto pieno di antenne. (e non so nemmeno chi che andrà a costruire e fabbricare con tutto quell’elettrosmog che ci sta in zona e solo per farci vedere i canali de la televisione. Barattare la salute e per beccare meglio il segnale della televisione? è stata scelta fatta ai tempi, nel senso che quello che si vive adesso sono scelte state fatte in passato dai comandatori, quel che vivranno domani le nuove generazioni saranno le scelte che fanno oggi i comandatori)
Tra chi è salito in Maddalena in funivia, tra questi il sottoscritto, salito su in Maddalena in funivia e a gratis. La storiella l’avevo già che raccontata di come è capitato. Dopo devo dire che il sito maddala.it illustra bene quel che è la Maddalena di Brescia, dove che ho fatto copia incolla de le photo che a corredo di sbrodolata. La funivia era uno dei fiori a l’occhiello della città di Brescia. La prima corsa a 14 agosto 1955. La funivia ha prestato servizio per 14 anni, dopo mandata in pensione complice che stata prolungata la strada asfaltata che prima si fermava li a San Gottardo.
Col allungare la strada fino su in cima e con la città a insettivarsi di scatolette gommate, i fruitori de la funivia man mano calavano e i costi di gestione troppo alti non consentivano di continuare l’esercizio. Esatto, il comune se ne era sbattuto e aveva lasciato morire la funivia. D’altronde dove arrivano le scatolette gommate è la morte per chi ci stava prima. In alta montagna la morte de l’orso e del lupo,
in pianura la morte de la ferrovia. La funivia della Maddalena termina la sua corsa a il 10 settembre 1969. La funivia rimane funzionante ancora per diversi anni ma non effettuerà più nessuna corsa aperta al pubblico. Viene che chi intenzionati a fare i manovratori di funivia, quelli de le funivie delle valli del trentino vengono a scuola a Brescia e lezioni proprio li a gli Artigianelli, Dove che per fare scuola viene usata anche la funivia de la Maddalena. (che uno dei miei diretti “avversari” di categoria è stato Gargioni padre, che lui è stato manovratore de la funivia di Pinzolo) Viene che a fare lezione a gli aspiranti manovratori di funivia, nel campo elettrico de la funivia, è proprio Irio Azzini, il mio maestro di radiotecnica. Per il sottoscritto più che un insegnante, un vero e proprio esempio da seguire. Ecco allora che il nostro maestro di radiotecnica riesce a ottenere il permesso di far fare una corsa in funivia anche a noi suoi allievi, era anno 1973.
Ai tempi, gli anni del dopoguerra, Brescia, per la Maddalena aveva pensato in grande, avevano pensato esattamente quel che il presidente amico di Elon ha intenzione di fare a Gaza. Esatto, si pensava a seconde case per le famiglie della alta borghesia bresciana. Tant’è che ancora oggi è visibile la targa marmorea con la dicitura Villaggio Monte Maddalena.
Ma lo sapete che ai tempi, bisogna ritornare a 1 secolo fa, la Maddalena era meta di vacanze estive per rampolli de le famose famiglie bene di Brescia. Esatto, oltre al lago anche i monti, e ai tempi di prima de la guerra andava bene anche Salo’ e anche Serle dove che passare le vacanze. Serle più che altro era frequentato da le famiglie bene lumezzanesi.
Dopo, col proliferare de le scatolette gommate, le strade a insettivarsi di scatolette gommate, come che in città tirate via le rotaie del tram, tirata via la funivia, tirate via le rotaie che con la ferrovia si portavano i bresciani al lago, anzi, ai laghi: Lago di Garda e lago di Idro, ultima corsa anno 1968. Carissimi il sottoscritto fino a cinque anni e mezzo aveva abitato a Brescia, in via San Zeno, e dopo in via Lazzaretto, proprio ai piedi de la Maddalena, che andavo su in Maddalena a raccogliere il muschio per fare il presepio, in compagnia di un ragazzo più grande e che abitava anche lui ne lo stesso condominio.
Erano altri tempi, Brescia era ancora una città vivibile, il pericolo in mezzo a la strada doveva ancora arrivare, ci stavano ancora a circolare qualche Fiat Topolino. Come fai a non amare la Maddalena. Che non tante volte, che nemmeno le dita di una mano, ma per allenamento a partire da la piazza di Nuvolento e a arrivare li a le Cavrelle attraverso i monti. Nuvolento/Serle/San Gallo/Maddalena erano quasi cinque/sei ore di allenamento. Non so se riuscite a immaginare quanto duro, e però ci stanno chi amanti di questa specialità del correre tra le montagne ore e ore giorni e giorni,
uno di questi trailrunner è quel che stato il mio ex atleta Luca Anselmini, l’atleta che abita a San Gallo, che prendo occasione e lo saluto. Hai presente Giuliana di quando con la Daniela e il Piero di San Gallo siamo partiti da San Gallo e per andare al Santuario di Madonna di Conche?
che al ritorno arrivata li in valle di Nave ti veniva quasi da piangere a pensare di fare ancora lo scollinamento li a San Vito. Ecco, a partire da Nuvolento e arrivare fin su in Maddalena più o meno stessa fatica, meno ripido il tragitto, ma più lungo più o meno cinque/sei ore tra i monti. Certo, adesso non sono a venti anni fa e da be e bella che ho abbandonato questo tipo di allenamento, ore e ore tra le montagne. Ecco che non ho ancora sbrodolato di che natura il gadget di domenica, vediamo, in casa ci stanno ancora, ci stanno ancora i mazzi di carte da gioco, le calze, i portamonete, i berrettini estivi quelli con l’unghia e de le bottigliette integratore marca Gatorade. Magari facciamo un misto, dopo di logica che, esatto, chi tardi arriva male alloggia. Invece per quel che riguarda il tagliere delle premiazioni, anche a questa volta teniamo buono il supermercato, però, esatto, si è terminato con i dolciumi pasquali, sul tagliere ci mettiamo altro. A domani con l’ultimo aggiornamento. 1 ABBRACCIO (mauro)

L’estate di 65 anni fa è stata davvero speciale per Brescia, in quanto il giorno di Ferragosto del 1955 è stata inaugurata la Funivia della Maddalena. L’impianto venne realizzato nell’ambito di una grossa operazione immobiliare che avrebbe dovuto trasformare la vetta della montagna cittadina in una zona di villeggiatura, sulla spinta della Iura, una società di proprietà di alcune facoltose famiglie bresciane, che acquistò 600 mila metri quadri di terreno sulla sommità della Maddalena.
Nel 1954 fu fondata la Società Funivie della Maddalena, per costruire diverse tratte legate all’investimento immobiliare, che avrebbe dovuto essere un quartiere turistico vero e proprio con edifici residenziali, ristoranti, alberghi, luoghi di ritrovo e piccoli parchi per la sosta di comitive. La Società raccolse in breve tempo i fondi necessari, ed avviò nel Maggio del 1954 i lavori della prima linea, che furono completati in poco più di un anno, con la costruzione anche delle stazioni di arrivo e partenza; le opere furono realizzate dall’impresa Tanfani di Milano, sotto la guida dell’ingegner Matteo Maternini, per un costo complessivo di trecento milioni di lire. La linea prevedeva due navicelle, ciascuna in grado di portare un massimo di trentasette persone. Il tragitto durava poco più di sei minuti, per una lunghezza di 2,5 km ed un dislivello di oltre seicento metri. L’opera fu accolta con curiosità ed interesse da parte dei bresciani, nei primi diciotto mesi i passeggeri furono oltre 200.000, e le venne dedicata una canzone popolare in cui il ritornello diceva “La funivia della Bornata ti porta in men che non si dica fin lassù da gran signore”.
L’entusiasmo dei bresciani passò rapidamente, l’operazione immobiliare non decollava ed i passeggeri erano scesi nel 1965 sotto i 70.000 annui. (che comunque, anche col minimo storico di passeggeri, fanno e minimo 200 persone al giorno in più in Maddalena, tutti i giorni, non so se adesso fanno tutti i giorni duecento scatolette gommate a salire in Maddalena. Sai che si ritornerebbe a lavorare anche con l’albergo ristorante chiuso e fatiscente da be e bella. Esatto, di colpo la Maddalena ritornerebbe a nuova vita, con più tanta allegria ne l’aria. Dopo sicuro che a qualcuno non sarà d’accordo, che a qualcuno la funivia darà fastidio) Il mancato sviluppo immobiliare (meno male, in verde sono solo che opinioni del sottoscritto) e la progressiva diminuzione degli utenti portarono alla decisione di fermare il servizio passeggeri il 10 Settembre del 1969; per qualche tempo la funivia fu utilizzata per l’addestramento dei conducenti di funivie e funicolari, quindi venne definitivamente dismessa.
La storia della pianificazione urbanistica della Maddelena rappresenta un esempio del contrasto, ancora oggi irrisolto, tra la volontà di favorire lo sviluppo turistico e quella di salvaguardare il territorio. Le difficoltà per il settore di questi ultimi mesi, con il rilancio del turismo di prossimità, potrebbero dare una spinta per la rinascita della montagna di casa. La necessità potrebbe portare a riconsiderare il riavvio della funivia, anche sulla spinta di due gruppi Facebook che riuniscono oltre quattromila utenti appassionati della brescianità.
(sarebbe forse anche bella iniziativa, e però se dopo scene come quelle in photo non aumentano. Sai quanta sporcizia al passaggio dei turisti de la domenica. Plastica non è di natura, esatto, è invenzione, anzi, maledetta invenzione de l’homo sapiensa. La plastica volenti o nolenti è quel che lasceremo in eredità a le nuove generazioni, che se la ritroveranno nel terreno per secoli ancora a venire. Esatto, i turisti de la domenica contenti e allegri di pranzare al sacco in montagna e però dopo non si riportano a casa il loro lerciume? e questi sarebbero gli intelligenti bipedi? nuove generazioni auguri. Ma tanto, chi se ne frega, basta che c’è campo, il campo inteso come segnale per il vostro smartphone? se no che vita è senza smartphone? cari bambini non copiate da noi, c’è un mondo bello che vi aspetta fuori da tal aggeggino, basta che non ci copiate, voi vedete coi vostri occhi come che abbiamo ridotto il Pianeta Terra e a come si è ridotto il mondo e per cosa? per avere sempre più tanta inutile comodità? Esatto, la medaglia per bella che è, ha sempre due facce, e a la fin fine tutto ha un prezzo da pagare, e a voi bambini e bambine vi faremo pagare un conto salato per la vostra avventura sul Pianeta Terra)