Con questa gara siamo a omaggiare un tributo a chi che, fino a adesso, di chi che stato il più forte runner di Brescia e di tutti i tempi. Esatto, FRANCO VOLPI, campione in montagna, su strada, in campestre, su pista, che poi, dal detto: chi forte in campestre è forte su tutti i terreni, non lo si scopre adesso. Per dire, già siete a conoscenza che per il sottoscritto chi che è stato il runner, il migliore di tutti, il migliore di sempre, per il sottoscritto è stato Paul Tergat, e scusate,
Tergat aveva vinto cinque titoli mondiali di campestre e cinque anni a fila, un titolo dietro l’altro, scusate se è poco. Franco Volpi, esatto, la sua specialità era la corsa campestre.
Niente accomuna il Franco Volpi con il sottoscritto, intendo per qualità atletica, (Franco “poiana” Volpi un campione con la C maiuscola, il sottoscritto una pippa, anzi, una mezza .ega, con la S maiuscola) mentre la cosa che ci accomuna il fatto che, esatto, che anche Franco Volpi era stato malvisto da i federali, anche se però su piano diverso, malvisto da l’establishment che governa la corsa a piedi, che lui, Franco Volpi malvisto dal gotha de la Fidal Nazionale, il sottoscritto malvisto dal gotha de la Fidal Brescia, e specie, inviso al gotha del Hinterland Gardesano. (esatto, che di entrambi due comitati, Fidal Brescia & Gardesano il sottoscritto è stato cacciato fuori a malomodo dal gotha governativo di quei tempi.
Però c’è un però, che visto che tutti i mali non vengono a nuocere, che da la morte del bruco nasce la farfalla, pardon sorry, da la porcata di tal due comitati è nato il Torneo Podistico) Però, meglio che a parlare di Franco Volpi lascio parlare chi che lo ha conosciuto meglio, che il sottoscritto solo due parole di saluto e quando Franco Volpi e con la sua amica a quattrozampe arrivava a la gara serale li a Buffalora e per un saluto ai vecchi amici. Ecco che seguono le parole di che che lo ha conosciuto un po’ meglio del sottoscritto. Che segue è copia incolla dal sito ASAI Bruno Bonomelli.
Per tutti, nel mondo dell’atletica bresciana e fra i tanti amici che aveva, era “Poiana“, nome di un uccello rapace tipico dell’Europa. Enzo Volpi era un atleta che seppe librarsi alto proprio come i rapaci, sempre nella massima libertà, insofferente ad ogni tipo di costrizione e di inquadramento da caserma, come avrebbero voluto i “federali” dell’epoca, e di tutte le epoche… Enzo Volpi è mancato la sera del 14 marzo, a Brescia. Era nato nella città della Leonessa il 16 agosto del 1936. Enzo all’anagrafe ma per tutti “Franco“, non lo abbiamo mai sentire chiamare Enzo. Chi lo ha conosciuto ne ricorda la gioia di vivere, la spensieratezza, il cameratismo, era un giocherellone sempre pronto allo scherzo con i suoi compagni: era un eterno ragazzo che prendeva la vita con allegria.
Famose le sue “mattate”: durante le corse podistiche nelle montagne bresciane raccontava (pura verità) che si fermava a raccogliere erbe, asparagi selvatici, funghi, lui conoscitore della natura come pochi ne abbiamo incontrati. E nonostante le soste, vinceva le gare, arrivando al traguardo con un bel mazzo di asparagi di montagna. E non è che gli altri fossere delle “pippe”. Uno sport vissuto in allegria quello di Franco Volpi , fatto soprattutto di corsa in libertà, sulle strade, nei campi, nelle montagne. Pista poca, lo stretto indispensabile. Un keniota ante litteram, nato nella terra compresa fra il fiume Oglio e le sponde del lago di Garda. Non parliamo dei cosiddetti raduni collegiali, che evitava come la peste, con gran dispitto della Federatletica.
E per questa sua libertà pagò. Infatti i “federali” lo colpirono nel peggiore dei modi: lo esclusero dai Giochi Olimpici di Roma ’60, una partecipazione che avrebbe ampiamente meritato. Aveva vinto il titolo italiano dei 10000 metri nel 1959, stabilendo il nuovo primato italiano, 30:05.8. Meglio dire: rivinto, perche’ la prima maglia tricolore l’aveva indossata nel 1956, sulla stessa distanza. Grande attraverso i prati, soprattutto.
Il cross era il suo regno. Elenchiamo i suoi piazzamenti ai Campionati italiani di corsa campestre: quarto nel 1956, campione italiano nel ’57, a Bergamo, davanti all’atleta di casa, Franco Baraldi, terzo nel ’58, ancora campione italiano nel ’60 con quasi 30 secondi di vantaggio su Luigi Conti che ai Giochi Olimpici fu iscritto nei 5000 e fece il primato italiano in batteria, mentre Franco rimase a Brescia…a raccoliere funghi, grazie alla FIDAL, straordinario! La lista continua con i secondi posti del 1962 e del 1963, il quarto del 1964, il terzo del ’68, il quinto del ’70. E ancora:
secondo alla “Cinque Mulini” nel 1962 alle spalle di un “tale” di nome Michel Jazy; e ben quattro terzi nel ’57, ’58, ’60 e ’63. Vincitore della prima edizione del “Campaccio” nel 1957, gara che vincerà nuovamente nel 1962. Parliamo degli anni di Baraldi, di Giorgio Gandini, di Conti, di Francesco Perrone, del nascente Antonio Ambu, di Antonelli, Lavelli, Sommaggio, Francesco Bianchi, Silvio De Florentis.Franco “Poiana” Volpi incarnò, insieme all’altro fondista bresciano Albertino Bargnani, il prototipo del corridore come lo pensava, vedeva e plasmava Bruno Bonomelli. Noi che ti abbiamo conosciuto di ricordiamo con devota amicizia. Che segue è quel che dice wikipedia
Campionati nazionali
- 2 volte campione nazionale nei 10 000 metri piani
- 1 volta campione nazionale nei 3000 metri siepi
- 2 volte campione nazionale nella corsa campestre
- 1956
- 1957
- 1959
- 1960
Oro ai campionati italiani, 3000 metri siepi – 9’16″3
Oro ai campionati italiani, corsa campestre (8 km) – 25’08″2
- 1964
- 4º ai campionati italiani di corsa campestre – 27’06”
- 1972
- 7º ai campionati italiani di corsa campestre
Altre competizioni internazionali
- 1957
Oro al Campaccio (
San Giorgio su Legnano)
Oro al Cross della Badia (
Brescia)
- 1960
- 1961
Oro al Trofeo Vanoni (
Morbegno) – 30’31”
- 1962
Oro al Giro podistico internazionale di Rovereto (
Rovereto)[4]
Oro al Campaccio (
San Giorgio su Legnano)
Oro al Cross della Badia (
Brescia)
Oro al Trofeo Vanoni (
Morbegno) – 30’35”
- 1963
Argento al Campaccio (
San Giorgio su Legnano)
Oro al Trofeo Vanoni (
Morbegno) – 30’15”
- 1964
Oro al Giro podistico internazionale di Rovereto (
Rovereto)[4]
Oro al Trofeo Vanoni (
Morbegno) – 30’41”
Oro al Trofeo Vanoni (
Morbegno), gara a staffetta (in squadra con Rino Lavelli e Guerini) – 1h39’00”
- 1965
Oro al Trofeo Vanoni (
Morbegno) – 30’03”
Oro alla Scalata allo Zucco (
San Pellegrino Terme) – 37’37”[5]
- 1966
Oro al Trofeo Vanoni (
Morbegno) – 30’54”
- 1967
Oro al Cross della Badia (
Brescia)
Oro al Trofeo Vanoni (
Morbegno) – 31’06”
- 1968
Oro al Trofeo Vanoni (
Morbegno) – 31’07”
Oro al Trofeo Vanoni (
Morbegno), gara a staffetta (in squadra con Rino Lavelli e Coter) – 1h38’41”
Oro alla Scalata allo Zucco (
San Pellegrino Terme), 11 km – 52’19”[5]
- 1971
Oro al Trofeo Vanoni (
Morbegno), gara a staffetta (in squadra con Rino Lavelli e Galizzi) – 1h40’26”
- 1975
Argento al Giro di Melzo (
Melzo) – 26’26″6
- 1976
Oro al Cross della Badia (
Brescia)