immagine di un pellegrinaggio, niente a che invidiare a una maratona, anzi, più tanti partecipanti della maratona di Brescia
Ho in mano un vecchio numero della rivista PODISMO, oltre a veder la conferma che i maratoneti, e i corridori a piedi, scusate i runners, sono in continuo aumento (la rivista è de l’anno 2000 e confronta i dati con i decenni precedenti) e non solo in Italia, ma ancor di più in America e in Germania, dove a tutti i mesi se non addirittura a tutte le settimane, o giù di li, ci sta almeno una maratona. L’America e la Germania si confermano le due nazioni dove la corsa a piedi è praticata da una buona fetta della popolazione. In America, chi si è cimentato almeno una volta nella vita a fare una maratona, il rapporto in base alla popolazione, in America il dato che ne esce è questo: 1 ogni 600 abitanti. Mentre in Italy, il rapporto è 1 ogni 1200 abitanti, dati presi da PODISMO numero 261 anno 2000. (però, attenzione, un conto e correre a piedi, un conto è tapasciare, non confondiamo le due cose. Di una ci sta dietro l’allenamento e il voler progredire, cosa che a l’altra è fase che manca e assolutamente trascurata. Esatto, ovvero, il tapasciare diventa cosa che non ha niente a che vedere con lo sport. Nel senso che sport vuol dire competizione, altrimenti diventa semplice attività motoria. Tutto sta a mettersi d’accordo, ovvero, se correre a piedi è uno sport o un pellegrinaggio. Quando la corsa a piedi diventa pellegrinaggio, si è passato il punto di non ritorno. Vi ricordate della sbrodolata che avevo fatto e a rigurdo di quei ex forti atleti che a tutte le domeniche andavano a fare pellegrinaggio nei vari santuari mariani della provincia e non solo, esatto, per prepararsi alla mitica corsa del PASSATORE. Ebbene, più nessuno di questi è ritornato ai livelli precedenti, tutti abbondantemente oltre i 6 minuti akm. Uno di questi lo abbiamo incontrato domenica scorsa con Training Company, a Punta Sasso della Rocca di Manerba) Però, a mio modesto parere, i maratoneti Italy, in questi ultimi venti anni, sono lievitati di molto, più che di molto, tanti e tanti a partecipare a una maratona almeno una volta a l’anno. Anche in Italy da be e bella che è scoppiata la moda della maratona e proprio per andare a miccare il biscotto nella tazza di quella bella bionda in gambe larghe oltre oceano. (Linus, Morandi e gli altri personaggi famosi sono solo la punta di questo iceberg della corsa per moda e di farsi vedere nei templi mondani della corsa a piedi. Esatto, non è amare la corsa a piedi è amare l’aspetto mondano della corsa a piedi) Però, ci sta un però, dove, e purtroppo, ci puoi andare solo se hai palanche in tasca, altrimenti, e modesto parere del sottoscritto, i numeri degli italiani e delle italiane a andare a letto con quella bella bionda newyorkese, sarebbero, e di sicuro, sarebbero almeno dieci volte di più a ogni anno. (esatto se invece di 2000€ la cosa si risolverebbe con 200€, altro che dieci volte di più di maratoneti Italy a andare a giocare sotto le lenzuola con tal bella bionda in gambe larghe oltreoceano. La scusa del fare turismo non regge, è più che altro il ritornare a casa e vantarsi di dire mi son fatto la bella bionda newyorkese) Salvo, oltre alle palanche, oltre al costo non indifferente per un operaio padre di famiglia, salvo anche disponibilità posti a disposizione a partecipanti maratoneti Italy. Esatto, lì la partecipazione è contingentata, altrimenti farebbero non 50mila iscritti o giù di lì, farebbero 500mila di maratoneti iscritti e come minimo. Ma però, c’è un altro però, esatto, la stragrande maggioranza di quei maratoneti lì, sono maratoneti improvvisati, non si tratta di appassionati. La stragrande maggioranza di quelli, esatto, vanno oltre oceano e solo che attratti da tal seducente starlettina in gambe larghe, esatto, e solo per dire, al ritorno a casa, per dire a amici e conoscenti e a vantarsi di dire: mi son fatto l’americana. Anche se poco, qualcosa ne so (esatto, stessa cosa di quando il sottoscritto si faceva vedere dagli amici con Sheila, la bella fig.A americana, che la scarrozzava di qua e di la per il basso lago di Garda con il Dune Buggy del Mauro Milano. Che ci avevamo scambiati l’auto, visto che la sua morosa si spettinava i capelli, il sottoscritto gli aveva prestato la sua Alfasud verde e lui mi aveva dato in prestito il Dune Buggy giallo. Bei tempi, logico che il sottoscritto si vantava, questo che capisco chi attraversa anche l’oceano, nessuno li può capire meglio del sottoscritto) Però, c’è altro però ancora, anche se capisco che tanti e tanti a pagare la puttana e a tirar fuori tante palanche, e solo per vanto, per moda, per status symbol, è anche vero che e non gli piace la maratona, inteso come corsa a piedi, gli piace solo quel che rappresenta ne l’immaginario collettivo tal bella bionda. (per dire, Pierangelo ai tempi è stato si un appassionato della gara di maratona, tante le maratone che ha nel carniere, perchè la sentiva come la sua gara e amava la maratona, il correre quella distanza e cercar di migliorare il personale, diverso dal gossip e da la mondanità di quelle più pubblicizzate. O carissimi maratoneti Italy che avete miccato il biscotto nella tazza della americana, che siete più maratoneti voi di Pierangelo? Che prendo occasione saluto lui e la Milly e tutti i maratoneti appassionati alla distanza e appassionati del migliorare a ogni volta e ce ne sono: Armando, Maris, Romano, Giuseppe, Sergio. Questi quelli più vicini al sottoscritto e che mi son venuti alla mente in questo momento, ma ce ne stanno a decine e decine nella zona delle Valli del Marmo) Carissimi e carissime, ho sfogliato e sto sfogliando migliaia di pagine delle riviste che avevo stipato sul solaio, italiani che si lamentano di sciocchezze e pronti a insultare gli organizzatori italiani per il minimo disguido e il minimo disagio che hanno trovato in gara. Però, guarda che è strano, su centinaia di migliaia che sono stati a letto con la bella bionda newyorkese in gambe larghe, li nemmeno un biff di lamento. (la sono più bravi) Eppure, far la pipi in ginocchio o nella bottiglietta di plastica prima della partenza e in mezzo a migliaia di persone, cos’è? E fare ancora un paio di km dopo l’arrivo e per andare a prendere gli indumenti di ricambio cos’è? E l’alzataccia alle 4 e mezza del mattino? Lì cos’è? servizio premuroso? Lì tutto bene? (immaginatevi cosa così in maratona italiana, sai le proteste dei maratoneti Italy, però oltreoceano nemmeno un biff) Detto questo, la conferma che la maratona è praticata da tanti e tanti, solo come Status Symbol, (poi ci stanno anche i veri maratoneti, quelli sotto le quattro ore) questo viene confermata da un’altra statistica. Gli autori della statistica fatta in Germania, (anno 2001, rivista PODISMO anno 2001 n°269) nazione patria dei corridori a piedi e specie dei maratoneti. Ecco che, classifiche alla mano, non sondaggi, ha preso in esame il tempo medio dei primi dieci tedeschi in tutte le maratone disputate quel anno in Germania. Ha preso in esame tutte le maratone in Germania anno 1980, anno 1990, anno 2000. Non serve essere degli indovini, esatto, la media performance gara è esattamente inversamente proporzionale ai partecipanti. Se i partecipanti, in venti anni, sono aumentati lievitati in modo considerevole la media calcolata sui primi dieci tedeschi a l’arrivo è peggiorata sensibilmente. Cosa che oramai siamo tutti a conoscenza, esatto, che la maratona non è più quel che era una volta, una gara di corsa a piedi dove ci stava da sudare e che, per rispetto alla gara, per rispetto dovuto alla maratona, (il rispetto dovuto a tal gara e che i maratoneti alla Pierangelo, che hanno sempre dato a tal gara) ci si preparava a tal evento mesi e mesi prima, per i più forti era terminare col 2 davanti, fosse anche stato 2h59’59’’. Per gli altri, meno forti era terminare col 3 davanti, fosse anche stato 3h59’59’’. Dopo, si è passati a terminare e tener buona performance gara il terminare col 4 davanti, fosse anche il 4h59’59’’. (ma quando mai, questo, carissimo tapascione, non è che fai vedere chissà che cosa, anzi, vai a dimostrare che sei proprio scarso, e anche se hai 70’anni di età, non è che stai facendo cosa che ha a che fare con lo sport, e allora, cosa vuoi dimostrare? Dai tanti commenti che ci stanno sulla rivista non solo al sottoscritto fai solo che compassione) Però, logico che i media, specie le riviste specializzate, vantano le vostre performance di tapascioni, che vanno a dire che voi tapascioni siete il sale delle maratone, che senza di voi ci starebbero qualche migliaio di meno di partecipanti. Ma cari tapascioni, lo sapete perché accettano la vostra iscrizione? esatto, perché fate girare l’economia e l’indotto che ci sta intorno alle maratone delle grandi città e ancor di più delle grandi metropoli, poi, da furbi, gli organizzatori, e anche se i tapascioni causano il triplo di lavoro di chi termina entro le quattro ore, esatto, siete accettati perchè anche chi termina con tempo più alto paga e spende e fa far business. Esatto, ma allora, la maratona non è più cosa di sport? Dove per fare sport ci deve stare anche un minimo di quel che ci vuole? Che la maratona di corsa a piedi in ambito sportivo è diventata un prodotto da vendere alle masse, e per far fatturato, per far business. E che gli organizzatori e le riviste vanno a dire che sei un grande anche se hai chiuso una maratona in più di quattro ore? Ma dove siamo arrivati, dove sta il senso dello sport in chi arriva dopo quattro ore a una gara di maratona? Carissimi, da be e bella che il sottoscritto e tanti altri, vanno a dire che la maratona adesso non è più una corsa a piedi che è anche e soprattutto dovrebbe essere specialità che ha a che fare con lo sport, e invece, che adesso la maratona è solo diventata, per tanti e tanti tapascioni, alla stregua di partecipare a un pellegrinaggio? Alle maratone tanti a partecipare con lo stesso spirito del pellegrinaggio, non più una manifestazione sportiva, ma un andare almeno una volta a l’anno a tal famoso santuario, ma dove non ci sta la Madonna o i Santi e le Sante, ma ci sta una bella bionda in gambe larghe a aspettarti. Carissimi e Carissime, non confondiamo Kiwi con Kiwi, non confondiamo il frutto con l’uccello. Non confondiamo lo sport con il pellegrinaggio (questo è argomento che mi ispira, magari ci faccio dentro un’altra puntata) Detto questo, vediamo l’atleticità dei moderni tapascioni, ehm, scusate, dei moderni runners. GERMANIA ANNO 1980 media tempo finale in gara di maratona, dei primi dieci tedeschi a l’arrivo: 2h15’35’’ / ANNO 1990 è lievitato a 2h33’26’’ / ANNO 2000 2h36’02’’. In pratica la media peggiora 1 minuto a l’anno, in venti anni è peggiorata di più di 20 minuti. Ma non è così solo in Germania, è cosi anche nel resto del mondo e ancor di più in Italia, esatto, una corsa a piedi modificata, che la comodità e il business, la declassata da gara di corsa a piedi, da passare da maratona a pellegrinaggio. Questo vale per gli intelligenti homo sapiens e donna sapiens bianchi, perché cosa così, per i poco colti e poco istruiti africani, non vale? (trovami un africano dalla bella bionda e sopra le 3h, ma è così anche dalle sue sorelle puttane. Esatto, la corsa a piedi è un esser capaci di sudare, non è un pellegrinaggio, gli africani, ai confronti sono dei superman, e non solo con quello che hanno dentro le mutande. Carissimi, voi girate con le vostre rotelline e loro, gli africani, si pappano il montepremi) Esatto, e per fortuna ci stanno loro, gli africani, a abbassare la media delle performace di maratona. Ma su l’argomento maratona ci ritorno, ci stanno altre cose che non vanno in direzione dello sport e che vanno solo in direzione di business di pellegrinaggio di portar pseudo maratoneti a tapasciare e a coricchiare e a camminare nelle varie metropoli. Alla prossima -continua- (mauro)