Ai tempi, quelli a cavallo anni’70, dava fastidio, molto più fastidio di adesso, di vedere che i giornalisti erano solo alla stregua di impiegati pagati per far vedere e raccontare storielle, tramite televisione e giornali, storielle solo come che di comoda al loro padrone che gli faceva busta paga. Esatto, tali e quali a servi, e di servire il padrone nel miglior modo possibile. Non solo a raccontare la cronaca e la sequenza dei fatti e senza metterci ricami in proprio, cosa che, tra l’altro, raccontare senza ricamare è situazione che mai stata da che mondo è mondo. Esatto, anche le antiche leggende sono tutte un ricamo. Il film: Sbatti Il Mostro In Prima Pagina, la dice lunga di questa situazione che ci stava in quei primi anni ’70. Delle gelosie tra testate giornalistiche e tra giornalisti de lo stesso quotidiano e rivista. Dove che nella realtà, queste storielle giornalistiche, storielle che se si leggeva un giornale era una cosa, e se invece leggevo l’altro era altra cosa, ebbene, la situazione di ricamare le storielle e il ricamo a seconda del giornalista e del giornale, ebbene, avevano non poca colpa a aver creato e dato vita a la famosa situazione conosciuta come gli anni di piombo. Dove che situazione poi sfruttata di comoda a a seconda di proprio vantaggio politico-ideologico, dove la violenza e lo sparare nelle gambe, dove “gambizzare”, per taluna parte era diventato un modo di farsi giustizia da soli e con la scusa di fare giustizia per il popolo. Esatto, è stato quel periodo che nascevano sigle di gruppi armati che si arrogavano il diritto di giustiziare chi non la pensava come loro. Che, mese si, mese no, qualche giornalista veniva gambizzato. Che gambizzare è proprio termine inventato e proprio dai giornalisti e per far capire quel deprecabile insensato e assurdo e cattivo gesto, da persona cattiva, voler far del male a chi pensava in altro modo, che credendosi dei Dio, venuti sulla terra per ripristinare l’ordine e la giustizia sociale, esatto, sparando alle gambe di chi ritenevano peccatore di avere altro pensiero. Dove più di una volta si è alzato il tiro e si è voluto invece ammazzare. Ebbene, la narrativa, certa narrativa però sta a dire che, in diversi casi, la vittima da colpire, il giornalista da colpire, era, per certi versi, suggerita proprio da l’ambiente di lavoro del giornalista, da giornalisti a dipingere a l’esterno e dipingere in un certo modo i colleghi degli altri giornali, e altre volte suggerita dai servizi … non metto il nome ma dai che avete capito. (premesso che la sbrodolata è ispirata da un libro di Veneziani, e che va a trattare di situazione legata a la Controcultura. Dove a quel tempo il sottoscritto era un vent’enne o giù di lì, e le olandesine e le tedeschine a quel tempo frequentavano ancora il basso lago di Garda, e più bel passatempo di quello, esatto, più niente è stato per il sottoscritto, più bello, di quei anni passati tra le spiagge vacanziere e i locali notturni vacanzieri del basso lago tra Gardone Riviera e Manerba, e solo rare volte da le scandinave a l’Hotel Cristina di Limone del Garda. Belle ragazze, bellissime ragazze, ma meno, molto meno cordiali e affettuose delle tedeschine e delle olandesine) Ecco, detto che la sbrodolata è solo che ispirata dalla narrativa su l’argomento, è evidente che l’ambiente del lavoro del giornalismo è come qualsiasi altro ambiente, dove ci sta un capo e ci stanno dei colleghi di lavoro. Esatto, come anche in altri campi di lavoro, se non stai simpatico al capo, ecco che, non devi meravigliarti se devi fare i lavori più antipatici. Questo anche nel campo del giornalismo de l‘epoca, e sicuro quel giornalismo a cavallo degli anni ’70. Dove nelle situazioni più difficili e torbide, dove i giornalisti erano malvisti, il capo, ci mandava quello che gli stava antipatico. Andate a rivedere, tal film Sbatti Il Mostro In Prima Pagina. Ma è anche di adesso che non tutti i giornali e tutti i giornalisti hanno trattamento uguale. Esatto, vedi tal giornaliste col culto di chi comanda, che le donne, di natura, sempre filogovernative. Esatto, sono nate attrici sono nate furbe, labbra rosse tacchi a spillo, esatto, che vuoi, che vanno a fare domande scomode al capo del governo? Che vuoi che vadano a parlar poco bene del capo del governo? Ma quando mai, e cosa scrivi e racconti se poi, visto le domande scomode, non sei tra quelli che scelti per fare delle domande? e non sei tra quelli scelti per fare delle interviste (le interviste ad personam, sono quasi sempre concordate, interviste fatte in ginocchio, nel senso che l’intervistato conosce già le domande de l’intervistatore, anzi è d’uso, per trarre vantaggio di immagine, concordare con lo staff che cura l’immagine qualche settimana prima e di concordare sia le domande che le risposte. Tranne quando dei giornalisti di “assalto”, che quasi sempre uomini, chissà perché? beccano il tal politico, il quale, quasi sempre dribbla la risposta a la domanda. Che strano, in location, at personam, disponibili, mentre in strada sui due piedi no? Questo che conferma che la maggior parte delle interviste in televisione sono concordate prima, e non domande di getto e risposte di getto, ma tutto programmato e concordato prima, e anche nei talk show, specie nei talk show) Dove se si vuol intervistare i Vip della politica e dell’industria. tutto prima deve essere concordato. Esatto, domande e risposte sono spesso, quasi sempre concordate e per far risaltare in bene la politica del tal intervistato capo del governo o del tal industriale. Dove questo giochetto è vecchio vecchiento, specie di quando il …aliere, viene intervistato e inquadrato con la luce giusta, con tanto di quadretti famigliari a creare quel aureola del buon padre di famiglia che tanta e tanta tenerezza (salvo poi darsi ai ..nga ..nga?) Esatto, il solito trucchetto e sempre funzionante di domande studiate a tavolino per risposte studiate a tavolino. Esatto, il tutto studiato dal loro staff di experti in comunicazione e per far accrescere l’immagine e la simpatia di chi intervistato. Questo trucchetto è vecchio vecchiento, però, anche se vecchio vecchiento è trucchetto che funziona sempre. Domandate a quel portavoce, lui di queste cose è pratico, più pratico di sicuro del sottoscritto. Allora, è uscito il libro di tal, (che strano, che coincidenza, chi in programma di talk show vari, tanti che, hanno scritto un libro da poco. Guarda che è strano questo, solo coincidenza? ma non ci sta più la regola della pubblicità occulta? non ci sta più di mettere sottotitolato programma che contiene pubblicità? scusa, più pubblicità che si fa mettendo in bella mostra libro e autore, dimmi tu, caro garante della pubblicità) ecco che sempre in televisione a qualsiasi programma, che al siparietto tv tra conduttrice e conduttore e intervistato gli è stata creata aureola mediatica di programma intelligente, quando solo che mandrakata messa in onda e che deve servire a gabolare l’ignaro telespettatore. Allora, il portavoce, va in un programma, e, da furbo, dice: guardi dott. … il suo programma è quello che avevamo più paura, in apprensione stavamo a seguire la sua trasmissione, l’unica trasmissione capace, dal tanto che seguita da casa, capace di farci perdere il 3/4% di consenso pubblico e in un solo giorno e a secondo di come facevate vedere le cose. Esatto, servile e ruffiano, vantare la trasmissione dove si era andato a camuffare come ospite, quando in realtà a fare marchetta e per vendere il libro. Poi, il giorno dopo, a altro programma, esatto, pensa te, la solita storiella. Esatto, dopo era diventato quello il talk show che i telespettatori seguivano di più, quello in grado di spostare i sondaggi giornalieri di un 4/5%. Uno pensa, che strano. Poi, niente questo, altro giorno seguente, a altro programma, va dalla bella vecchia, ancora sensuale, attraente e sexy, e sogno erotico dei maschietti italiani (dove però il sottoscritto sogna di più la colombella) e gli dice: ah, il suo programma è quello, l’unico in grado di spostare l’opinione alla gente, il suo programma l’unico che avevamo paura, perché l’unico a spostare i consensi del 3/4%. Ma niente questo, la storiella si è ripetuta più volte e a tutti i programmi che era stato invitato, e il portavoce a fare marchette, e solo che per vendere il suo libro. Carissimi, ma lo vedete o non lo vedete per quel che ci calcolano noi telespettatori? esatto solo consumatori di prese in giro? Esattamente ci tirano per il ..ulo. Una presa in giro, perché davanti parlano bene di noi, e poi dietro ci prendono per il ..ulo. Esatto, siamo considerati solo che boccaccioni, che pensano che siamo solo boccaccioni, che noi comodi sul divano a guardare la televisione, esatto siamo solo che stupidi boccaccioni e che facile di imbortolare. Capisco, non tutti abbiamo scuola di come è bravo il giornalismo a imbortolare. Detto questo, prendo da pag. 16 del libro La Leggenda Del Re Corridore, è anno 1971, un giornalista vuole fare intervista a l’idolo della corsa a piedi americana, esatto Steve Prefontaine, (esatto la storiella che aveva raccontato di quel atleta, che già bella da più di vent’anni, ancora coi primi magazine di Atl. Monte Maddalena Brescia, a cavallo di anni 2000 che il sottoscritto è andato a raccontare la storiella di tal Steve Prefontaine. Gli altri, tanti altri di Brescia son venuti dopo a conoscenza e a raccontare della storiella di Steve Prefontaine, e proprio e grazie a tal vecchio magazine e al vecchio sito running&adventure) Steve, scotomato PRE, una indole ribelle, e specie ribelle delle regole de l’establishment del correre a piedi. Dove che adesso tanti che ci cavalcano e sbrodolano di Steve Prefontaine. (che, tra l’altro, un suo pensiero fa l’apertura su l’introduzione alla tesi di laurea in scienze motorie di Maurizio, mio figlio, che logico, da be e bella che conosceva la storia di Steve Prefontaine, dove che, riporta in introduzione del bel libro della sua tesi di laurea, ALLENAMENTO DELLE PROVE ATLETICHE DI ENDURANCE E GESTIONE DEL RECUPERO E DELL’OVERTRAINING, la frase riferita a la creatività di un artista, dove Steve a dire: si può creare con la pittura, con la scultura, con le parole e con la musica, ma c’è qualcuno che questa creatività, l’ha fa vedere con la corsa a piedi, ecco, voglio che ci sia un giorno chi a dire: non ho mai visto nessuno a far diventare arte anche la corsa a piedi. Esatto, e quel qualcuno è stato anche e per primo è stato Steve Prefontaine) Detto questo, Maurizio e Gaia, per il mio compleanno mi hanno regalato proprio un libro che racconta l’ennesima storia di Steve Prefontaine, un libro scritto da Marco Tarozzi, nuova edizione. Che forse, al momento, il libro che rende più, e meglio, il suo vero carattere, la reale indole di chi stato Steve Prefontaine. Un bel libro, che se date ascolto al sottoscritto, è un libro che dovete assolutamente leggere. Ebbene, anno 1971 e eravamo in America, ma in tutto il mondo oramai era stato svelato il giochetto, dove che i giornalisti non di riportare la cronaca dei fatti e in modo di semplice osservatore, ma di raccontare i fatti, dipingendoli a storielle che seguivano pedissequamente la linea del giornale dove prendevano busta paga i giornalisti, e sotto gli ordini del direttore del giornale. Ebbene, anno 1971, tal B.N. giornalista sportivo ferma il campione e vuole fargli alcune domande, la risposta di Steve: non parlo coi giornalisti. Ma poi il giornalista gli spara qualche domanda, mira giusto, e allora Steve inizia a rispondere e a parlare e parlare. Al che il giornalista gli dice: ma mi avevano detto che non parlavi coi giornalisti, e lui e sorridendo: è che non mi hai ancora fatto delle domande stupide. Altro episodio narrato. Un giovane aspirante giornalista un giorno cerca di avvicinare Steve Prefontaine e per fare un servizio, gli si avvicina e gli domanda se aveva cinque minuti da dedicare a una intervista, e Steve gli risponde che era impegnato e che non poteva, sta per andarsene, quando il ragazzo gli dice: Steve devo assolutamente scrivere qualcosa di te, e Steve, di scatto si volta e si ferma, e gli fa: erano anni che oramai più nessuno mi chiama col mio nome, che tutti adesso mi chiamano PRE, visto che sei giovane e ti ricordi il mio nome, ti concedo l’intervista. I giornalisti hanno un grande potere e potere tanto più forte tanto quanto è forte la televisione e il giornale dove che lavorano. L’informazione è diventato il potere in grado di condizionare gli altri tre poteri: Legislativo, Esecutivo, Giudiziario. Il COMPLOTTISMO, è termine spesso usato quando l’umanità si trova di fronte a affrontare drammatiche situazioni. Spesso e volentieri a parlare spesso e quotidianamente e per intere settimane di un problema, genera da l’altra parte uno strano effetto, esatto, che a parlarne in continuazione e in un’unica direzione, il fatto e il sospetto ingenerato, che dietro, a monte, ci sta una premeditazione. Che a continuare a enfatizzare tal tragiche e cicliche situazioni siano tutte situazioni studiate in anticipo a tavolino. Volute e create apposta e studiate prima, preparate mesi e anni prima a tavolino. Su questo si basa la teoria del Complottismo, dal tanto che le brutte situazioni, che strano e che coincidenza, le cose poi vanno a incastrarsi tutte bene e solo però a vantaggio dei soliti noti. Si può dire che se spesso è stata situazione fortuita e casuale, si può dire che a volte invece è stato e proprio così, situazione voluta dai potenti di farla andare così, si può dire o non si può dire? Esatto, proprio e grazie a l’informazione si può creare un mostro, un nemico invisibile, una situazione di comoda a chi detiene il potere, sia quello politico, e spesso, molto più spesso, a chi detiene il potere economico. Esatto, vedi il su e giù manovrato. Non sto sbrodolando e sparando cazzata di su e giù del gioco sotto o sopra le lenzuola, esatto, sto sparando cazzata dello Spread. Che situazione che manovrata a piacimento e di come fa comoda. Esatto, chi detiene il potere economico, esatto è uno dei loro giochetti preferiti. L’economia e la geopolitica, che uno degli aspetti che si incentra la teoria (o la realtà?) dei cosiddetti complottisti. Esatto, dove tal teoria, è anche a dire e a affermare che da be e bella che gli Stati non sono più gli Stati sovrani che ci stavano 1 secolo fa. Cambiato tutto da quando l’America è diventata una super potenza a incutere anche paura. Dove che se voleva, potenza in grado di far prosperare le nazioni amiche, e se voleva di far andar male le nazioni nemiche. Esatto, se non ci riusciva con la carota, faceva vedere il bastone. Situazione passata alla storia come Imperialismo Americano. Adesso, secondo la teoria del Complottismo, il progetto, e sempre più andando avanti, la politica non è più del singolo Stato, ma per forza di cose, è diventata geopolitica mondiale. Esatto, situazione conosciuta col termine coniato appositamente, il termine MONDIALISMO, dove ogni Stato è solo che l’anello della catena. Che però, i cosiddetti complottisti, a torto o a ragione? Dicono che la catena è dotata di un lucchetto, (i governi) e che le chiavi del lucchetto che chiude o libera la catena in mano a chi? La teoria del Complottismo va a dire che le chiavi ce l’hanno in mano i soliti ignoti. Dove la vita sul Pianeta Terra deve diventare solo che come in un film, e che si deve seguire la trama scritta in precedenza, dove, esatto, non gli attori, non gli Stati sovrani, ma le chiavi del lucchetto della catena e la scrittura della trama del film, esatto ce le hanno in mano i registi? (i governi) No nemmeno loro, esatto, ce l’hanno in mano i produttori del film. (le multinazionali) Esatto, le chiavi del lucchetto ce l’hanno in mano le multinazionali. Dove lo scopo dei del Mondialismo? esatto, un NUOVO ORDINE SOCIALE mondiale e sotto il controllo della Regina Aliena. (COPIA INCOLLA DA WIKIPEDIA -La teoria del complotto del Nuovo ordine mondiale indicata più semplicemente come nuovo ordine mondiale Che in latino diventa novus ordo mundi, in inglese diventa anche con la sigla NWO corrispondente a new world order. Questa è anche una delle più vaste tesi complottiste secondo la quale un presunto gruppo di potere oligarchico e segreto si adopererebbe per prendere il controllo di ogni Nazione del Mondo e in maniera totalitaria al fine di ottenere il dominio del Pianeta Terra) L’argomento mi affascina, mi affascina molto, ma causa impegno, adesso termino la sbrodolata e magari continuo anche domani. 1 ABBRACCIO MANY KISSES (mauro)